Hai mai sentito parlare di allevamento grass-fed?
Se la risposta è no, non preoccuparti: sei in ottima compagnia. Nonostante se ne discuta già da diverso tempo, il grass-fed è un concetto ancora poco conosciuto e praticato in Europa, e ancor meno in Italia.
Nel nostro paese le realtà che praticano l’allevamento grass-fed sono ancora pochissime, e orientate principalmente alla distribuzione e al consumo locale. Mancano inoltre certificazioni specifiche, a differenza di altri paesi come Irlanda e Stati Uniti dove il numero di produttori certificati è in continua crescita. Eppure qualcosa, lentamente, si sta muovendo.
Il termine grass-fed significa letteralmente “nutrito ad erba”, e identifica un sistema di crescita al pascolo che esclude l’utilizzo di mangimi a base di cereali. In poche parole: gli animali vengono lasciati liberi di circolare all’aperto e di nutrirsi con erba fresca e fieno per l’intero ciclo di vita – dalla nascita alla macellazione. Grazie all’accesso immediato ad acqua e cibo, all’inserimento in un ambiente adeguato e alla ripidità di diagnosi e trattamento di eventuali malattie, all’animale viene garantita:
Il crescente interesse per l’allevamento grass-fed si deve principalmente alle critiche che ormai da tempo vengono mosse agli allevamenti intensivi. Le scarse condizioni di vita degli animali, le difficoltà di smaltimento dei liquami prodotti, il consumo di suolo strappato alle foreste e lo spropositato utilizzo di acqua e cereali sono i principali fattori che spingono allevatori e consumatori a valutare stili di allevamento alternativi a quelli convenzionali.
L’approccio grass-fed (protocollo Hilton) va quindi distinto da quello grain-fed (non-Hilton). Entrambi identificano carni di alta qualità e dalle ottime proprietà nutritive, ma la carne grass-fed – oltre ad avere un impatto minore sull’ambiente – contiene una maggiore quantità di vitamine e antiossidanti. E, dati alla mano, i vantaggi sono tangibili anche per il consumatore finale.
Le carni bovine risultanti dal sistema di allevamento grass-fed hanno valori nutrizionali e proprietà organolettiche diversi rispetto a quelli ottenuti da capi allevati tradizionalmente.
Per quanto riguarda i valori nutrizionali, le analisi di laboratorio mostrano un minore apporto calorico e un contenuto superiore di minerali e acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi – con migliore rapporto Omega-3/Omega-6. Gli Omega-3 in particolare sono importanti per il buon funzionamento di cervello e ghiandole endocrine, e fondamentali nella prevenzione di malattie cardiovascolari. Presenti soprattutto nel pesce e in alcuni semi oleosi, vengono prodotti in grande quantità e in modo autonomo anche dai ruminanti a patto che vengano lasciati liberi, per l’appunto, di ruminare all’aperto.
Superiore anche l’apporto di ß-carotene, vitamina A e vitamina E. Un altro aspetto positivo del sistema grass-fed consiste nella minore presenza di antibiotici e pesticidi e, di conseguenza, di batteri antibiotico-resistenti. La crescita all’aperto dei bovini riduce infatti la probabilità di contrarre malattie e quindi l’utilizzo di medicinali, mentre l’alimentazione a base di erba e fieno esclude la presenza di pesticidi e conservanti nelle carni.
Per quanto riguarda invece le proprietà organolettiche, va detto che la carne bovina grass-fed ha un sapore più marcato ed è anche più tenera poiché l’animale, muovendosi in costante libertà, agevola la distribuzione dei grassi nella muscolatura, rendendo quindi la carne più morbida e gustosa.
Perché l’allevamento intensivo con alimentazione a base di cereali garantisce una crescita più rapida ed economica e, di conseguenza, tempi di macellazione ridotti. La carne bovina grass-fed richiede infatti lunghe tempistiche di allevamento e ingrasso, che comportano costi decisamente maggiori per gli allevatori e prezzi più alti per il consumatore finale.
Vanno inoltre presi in considerazione fattori quali il clima e la quantità di superfici utilizzabili. Paesi come l’Irlanda, gli Stati Uniti e l’Argentina sono senza dubbio favoriti da questo punto di vista.
Eat Meat seleziona accuratamente i propri fornitori, sia in Italia che all’estero, prestando particolare attenzione al benessere animale e alla modalità di allevamento e macellazione dei capi. In particolare, le nostre carni bovine importate dall’Argentina (paese esente da BSE, come avevamo già anticipato in questo articolo) sono tutte classificate con la denominazione di Carni di Alta Qualità ovvero soggette ai protocollo Hilton e 481. Una scelta che ci differenzia dalla maggior parte degli operatori italiani nel settore della carne, e che intendiamo potenziare anche negli altri territori di provenienza della materia prima.